Scegliere la scuola? Che stress!

S. è una ragazzina di 12 anni e frequenta la terza media. 

In questo periodo sta affrontando quello che lei descrive uno dei momenti più difficili della sua vita fino ad ora. 

Ma che cosa rende la sua vita così stressante in questo momento? 

Ebbene sì, la scelta della scuola superiore! 

Tutti noi ci siamo passati, chi con più o meno certezze, chi con più o meno difficoltà, chi con più o meno sicurezza, chi seguendo i consigli di insegnanti e genitori, ma alla fine tutti siamo approdati ad una scelta che probabilmente ha indirizzato le nostre vite. 

Ed è proprio questo che sta mandando in crisi S., che con una certa vena polemica afferma “ma come è possibile che si aspettino che a 12-13 anni sappiamo cosa vogliamo fare nella vita?” e ancora “ho paura di sbagliare”.

Le sensazioni che prova S. non sono così rare tra i suoi coetanei, per questo sarebbe indispensabile che le scuole avessero dei seri ed efficaci programmi di orientamento, che accogliessero i dubbi e le incertezze di questi giovani alunni e li accompagnassero verso una scelta serena e consapevole.

E in che modo, allora, dovremmo riconcettualizzare l’orientamento scolastico per raggiungere questi obiettivi? Proviamo a stilare delle semplici linee guida:

  • tenere in considerazione le peculiarità di ogni soggetto, i suoi punti di forza e di debolezza e i suoi interessi, e non solo il suo rendimento scolastico nelle varie materie!
  • iniziare sin dalla scuola dell’infanzia con attività e progetti che sostengano lo sviluppo e la conoscenza di sé;
  • ascoltare i ragazzi: iniziare la scuola secondaria di secondo grado rimane un rito di passaggio che si realizza durante quella che già di per sé è un’epoca di cambiamenti e turbamenti, ovvero la pubertà e la preadolescenza, e come tale può caricarsi di ansie, aspettative e fantasie che i ragazzini possono faticare a mettere in parole. Diamo allora ascolto a tutto questo, offrendo anche strumenti diversi dalla parola, come per esempio giochi di role playing o laboratori espressivi basati sul disegno, la musica o il teatro, per metterlo in forma ed elaborarlo;
  • lasciare liberi e responsabili i ragazzi in questa scelta, che troppe volte ancora viene effettuata più per aderire alle aspettative degli adulti di riferimento che ai propri desideri;
  • far riflettere i ragazzi sul fatto che niente e nessuno potrà mai dare garanzia che la scelta finale sarà quella giusta, ma d’altronde cambiare strada non è impossibile! Confrontarsi con la dimensione del fallimento è indispensabile e salutare, per questo rimane utile promuovere sin dall’infanzia la fiducia in se stessi e le capacità di adattarsi ai cambiamenti.

Per approfondire, si rimanda all’articolo sull’orientamento scolastico che trovate qui.

Dott.ssa Isabel Canicatti

GDL Nazionale Psicologica Scolastica

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